Cos’è e da cosa è causata la disbiosi intestinale: consigli nutrizionali

Donna che porta le mani al ventre formando un cuore

La sensazione è nota a tutti: basta un periodo di stress oppure qualche giorno (o settimana) di alimentazione sregolata e subito il nostro intestino si fa sentire con diarrea o stitichezza e molti altri sintomi fastidiosi. Molto spesso alla base di questo fenomeno c’è quella che i gastroenterologi chiamano disbiosi, ovvero un’alterazione della fisiologica flora batterica, detta anche microbiota, presente nel nostro intestino.

I sintomi della disbiosi intestinale

Più nel dettaglio, i sintomi più tipici sono…
– dispepsia (cioè difficoltà a digerire)
– diarrea;
– stitichezza;
– dolore addominale;
– gonfiore;
– meteorismo.

Ma non è tutto: in presenza di un’alterazione del microbiota si possono infatti presentare anche alcuni disturbi extra-digestivi. Ad esempio…
– patologie della pelle come la dermatite atopica: sono note avere una correlazione con una cattiva funzionalità intestinale;
– infezioni genito-urinarie batteriche e micotiche: candidosi, cistiti e vaginiti hanno molto a che fare con un’alterazione del microbiota intestinale;
– allergie con manifestazioni dermatologiche e respiratorie; sono frequenti in chi soffre di frequenti disbiosi;
– alcuni disturbi della bocca, come le afte;
– alterazioni dl tono dell’umore con la comparsa di depressione, ansia e insonnia.

Cos’è il microbiota e come si altera

Ma esattamente, in cosa consiste la disbiosi intestinale? Nel nostro intestino vive fisiologicamente una grande quantità di batteri: è appunto il microbiota. Si tratta di estese popolazioni costituire da miliardi di microrganismi che svolgono un’azione benefica per il nostro organismo. Preziosi alleati del benessere, contribuiscono infatti alla corretta motilità dell’intestino, sostengono il sistema immunitario, mantengono sotto controllo i processi infiammatori, aiutano a regolare il metabolismo. Questi “batteri buoni” vivono generalmente in equilibrio con quelli patogeni. Tuttavia capita che, in presenza di situazioni stressanti o di alterazioni alimentari, questi ultimi prendano il sopravvento causando diarrea, stitichezza e altri spiacevoli fastidi.

La diagnosi: quali step

La diagnosi di disbiosi intestinale parte naturalmente dall’identificazione della sintomatologia, anche se alcuni esami possono aiutare il medico nella diagnosi. In particolare servono a escludere altre patologie con sintomi analoghi: ad esempio è possibile eseguire l’emocromo e il dosaggio della proteina C reattiva per verificare che non siano presenti malattie infiammatorie croniche dell’intestino in fase attiva. Possono essere eseguiti anche alcuni test sul sangue per escludere la celiachia o sulle feci per identificare la presenza di infezioni batteriche o parassitarie. Sono disponibili anche test genetici del microbiota che analizzano il 100% dei microrganismi intestinali.

L’importanza della nutrizione

Una volta chiarito che i disturbi intestinali sono legati a una disbiosi occorre ricostituire un microbiota sano. Lo si fa naturalmente mangiando meglio. È utile quindi scegliere cibi ricchi di fibre (cereali integrali, frutta e verdura) per dare stimolo alla crescita dei batteri intestinali buoni. Vanno evitati invece i cibi ad alto contenuto di zuccheri e in generale tutti gli alimenti industriali raffinati, ricchi di conservanti, sale, grassi, dolcificanti, addensanti e coloranti. Da limitare considerevolmente anche gli insaccati e gli alcolici, che invece favoriscono la crescita dei batteri patogeni. Limitiamo anche i cibi contenenti grassi di origine animale preferendo quelli vegetali più tipici della dieta mediterranea, come l’olio extravergine di oliva. Come proteine buone possiamo affidarci a quelle del pesce e dei legumi.

I fermenti lattici vivi dagli alimenti

Possiamo integrare nell’alimentazione gli alimenti ricchi di fermenti lattici vivi in grado di ripristinare un corretto microbiota: yogurt e formaggi freschi, ad esempio, a patto di non essere intolleranti al lattosio. A questo scopo sono utili anche con gli integratori alimentari a base di probiotici, microrganismi che una volta all’interno della mucosa intestinale entrano a far  parte del microbiota.

Nutrizione e integrazione alimentare

Sono diversi i ceppi in commercio tra cui scegliere: meglio in ogni caso orientarsi sugli integratori che ai probiotici affiancano i prebiotici, cioè alcune tipologie di fibre che favoriscono l’adesione dei primi alle pareti intestinali e la loro proliferazione. Un’ottima soluzione contro la disbiosi intestinale è rappresentata dal Saccharomyces boulardii affiancato dai frutto-oligosaccaridi, che combina quindi un probiotico con prebiotici. Raggiungendo pressoché inalterato l’intestino, Saccharomyces boulardii stimola la crescita e l’attività di ceppi benefici come i bifidobatteri. Sono infine importanti gli integratori contenenti anche vitamine utili alla funzione metabolica e nervosa come quelle del gruppo B, in particolare B1 e B6, corroborati dallo zinco che contribuisce alla fisiologica funzionalità del sistema immunitario.

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