L’asse cervello-intestino e il microbiota

I disturbi digestivi la sera prima di un esame non sono necessariamente una scusa per stare a casa: lo stress, infatti, ha un peso determinante sul funzionamento del nostro intestino. Capita a tutti: a volte, pur mangiando correttamente, in momenti di disagio psichico o di ansia il nostro intestino si attiva in modo anomalo dando luogo a disturbi quali gonfiore, dolore addominale e diarrea. Il rapporto tra psiche e intestino è spesso bidirezionale: se è vero che alterazioni psichiche causano o accentuano i sintomi intestinali, anche il disagio che nasce da disturbi intestinali fastidiosi – causati magari da un’alimentazione scorretta – può incidere negativamente sulla psiche rendendoci stressati o causando addirittura sintomi depressivi.
In cosa consiste il legame tra cervello e intestino
La mente e la pancia, insomma, si parlano. Da tempo il mondo scientifico definisce l’intestino un “secondo cervello”: è nota infatti l’esistenza di un vero e proprio sistema nervoso enterico, cioè racchiuso nell’intestino, che vanta un numero di cellule nervose superiore a quelle del cervello disseminate lungo tutto il tubo digerente. Il loro scopo è quello di garantirne un funzionamento autonomo anche se ben coordinato con il sistema nervoso centrale: queste connessioni servono infatti a regolare il transito del cibo, le secrezioni di enzimi e l’assorbimento dei nutrienti, gli spostamenti di liquidi e di elettroliti e l’immagazzinamento di energia. Quando però questo delicato meccanismo non funziona si possono verificare i disturbi intestinali e psichici che abbiamo citato.
Le disbiosi e i disturbi psichici
A dimostrazione del ruolo dell’intestino nelle dinamiche psichiche c’è anche un altro fenomeno che è stato chiarito in tempi relativamente recenti. Molte ricerche hanno infatti evidenziato una correlazione tra alcuni disturbi mentali e le disbiosi intestinali, ossia le condizioni di squilibrio del microbiota. Ad esempio già nel 2004 Nobuyuki Sudo della Kyushu University (Giappone) aveva mostrato come la flora batterica intestinale dei topi influenzi lo sviluppo del sistema nervoso, già nei primi giorni di vita. Lo scienziato aveva allevato topi appena nati in condizioni di sterilità così da evitare la colonizzazione di batteri nel loro intestino. Una volta adulti, i topi senza batteri mostravano livelli di stress maggiori dei topi normali. Il motivo? La flora intestinale influenza lo sviluppo delle reti neuronali alla base della memoria, fondamentali a loro volta per l’apprendimento delle strategie di gestione dello stress. Un fenomeno che, ormai si è certi, avviene anche nell’uomo.
Le frontiere della psicobiotica
È quindi chiaro come mantenere un intestino regolare e in salute può avere un impatto positivo sulla nostra mente: da un lato il controllo di sintomi quali diarrea, gonfiore e dolore addominale può giovare sul nostro benessere mentale rendendoci meno stressati, ma dall’altro una corretta alimentazione e l’utilizzo di probiotici può ulteriormente agire sul miglioramento di questi sintomi, da un lato, e sul controllo delle ripercussioni psichiche delle disbiosi. Non è un caso che da tempo si sia sviluppato un nuovo ambito di studi, detto “psicobiotica”, che si propone di studiare come i microrganismi, batteri e lieviti benefici a livello intestinale possano avere un ruolo di prevenzione se non addirittura terapeutico di molti disturbi mentali.
Quali probiotici e prebiotici scegliere
Sono diversi i microrganismi utili a contribuire all’equilibrio della flora batterica intestinale e quindi della psiche. Ad esempio il Saccharomyces boulardii è un lievito in grado di resistere all’acidità gastrica, in modo da arrivare vitale nell’intestino. La sua azione è potenziata se affiancata da altre componenti spesso associate negli integratori in commercio: ad esempio i frutto-oligosaccaridi, prebiotici (cioè fibre) che contribuiscono all’equilibrio del microbiota intestinale, e alcune vitamine come la B1, che favorisce il fisiologico metabolismo energetico e la normale funzionalità del sistema nervoso.
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I probiotici sono noti alleati della nostra salute intestinale. Tuttavia a volte non bastano: un ulteriore aiuto viene dai prebiotici. Quando affiancate ai primi, queste sostanze organiche non digeribili favoriscono la crescita e l’attività dei batteri “buoni” già presenti nel tratto intestinale e di quelli assunti sotto forma di integratori.