Quanti giorni dura la diarrea del viaggiatore?

Viaggiare per il mondo ed essere colpiti da disturbi intestinali è qualcosa che non ci augureremmo mai. Eppure capita più spesso di quanto si creda. Da un certo punto di vista è inevitabile: le alterazioni dell’alvo (cioè del modo di andare in bagno) sono comuni in vacanza. Alcuni sperimentano diarrea, altri invece stitichezza: le cause possono essere il cambio di alimentazione e di clima, che incidono sulla corretta funzionalità del colon. Ma non è tutto: in alcuni casi i soggiorni all’estero possono scatenare un vero e proprio disturbo, spesso molto intenso, noto come diarrea del viaggiatore. Si tratta di un problema comune che generalmente dura pochi giorni e si risolve da sé.
La diarrea del viaggiatore non dura a lungo
Si tratta di una condizione che può verificarsi in qualsiasi momento del viaggio: generalmente durante la prima settimana, ma a volte anche successivamente o persino dopo il rientro a casa. Tendenzialmente si manifesta improvvisamente con un aumento nel numero delle evacuazioni che possono arrivare fino alle 4 o 5 al giorno, caratterizzate da feci acquose e abbondanti. Spesso la persona manifesta anche…
- Nausea;
- Vomito;
- Dolori e crampi addominali;
- Gonfiore addominale;
- Febbre;
- Malessere generalizzato.
La maggioranza delle volte la diarrea del viaggiatore dura pochi giorni e tende a risolversi senza bisogno di farmaci: secondo l’Istituto superiore di sanità nel 90 per cento dei casi la condizione si esaurisce nell’arco di una settimana.
Cosa la produce?
Va sottolineato che si tratta di una condizione molto diffusa: si stima colpisca ogni anno una quota attorno al 25 per cento dei viaggiatori internazionali, cioè circa 10 milioni di persone. La causa primaria va ricercata in infezioni causate dall’ingestione di acqua o cibi contaminati da batteri fecali: per questo motivo sono maggiormente coinvolti i viaggiatori che visitano Paesi in via di sviluppo e in cui esistono standard igienici diversi da quelli occidentali. In particolare le destinazioni a rischio più elevato sono l’America Latina, l’Africa, il Medio Oriente e l’Asia.
Gli agenti patogeni e i soggetti a rischio
Si ritiene che l’80 per cento delle diarree del viaggiatore sia di origine batterica: a causarle è più spesso l’Escherichia coli, che dà luogo a una diarrea acquosa associata a crampi e febbre. Ma ci sono anche altri batteri patogeni: Shigella, Campylobacter e la Salmonella. Esiste poi una varietà di altri agenti patogeni che possono colpirci durante una vacanza in Paesi in via disviluppo, e non solo: ad esempio l’HAV, cioè il virus dell’epatite A, e diversi parassiti intestinali. Chiunque può essere colpito da queste infezioni, tuttavia esistono soggetti a maggior rischio: i pazienti immunodepressi, le persone affette da malattie infiammatorie croniche intestinali (cioè la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa) o da diabete e chi assume alcuni farmaci come ad esempio gli antiacidi.
La diarrea del viaggiatore si può prevenire: ecco come
Per questi motivi soprattutto chi ha patologie concomitanti dovrebbe attuare comportamenti adeguati, quando è in viaggio in luoghi esotici. Ad esempio…
- Evitiamo cibi e bevande acquistati da venditori ambulanti o in luoghi che non rispettano le basilari norme igieniche;
- Non mangiamo carne o pesce crudi o poco cotti;
- Non mangiamo verdura cruda senza averla sbucciata;
- Non beviamo acqua del rubinetto e non aggiungiamo ghiaccio alle bevande;
- Non beviamo latte non pastorizzato.
Quando occorrono i farmaci
Se è vero che in chi non ha patologie concomitanti importanti la diarrea del viaggiatore non necessita generalmente di cure, quando invece il paziente è affetto da malattie croniche oppure ha molte scariche per un periodo di otto ore consecutive, soprattutto se accompagnate da vomito, forti crampi addominali, febbre elevata e sangue nelle feci, potrebbe essere opportuna una terapia animicrobica intestinale o addirittura terapie più importanti e mirate.
L’utilità dei probiotici
In ogni caso accanto alle terapie, ma anche qualora non fosse necessario alcun intervento farmacologico, è sempre utile un ciclo di probiotici. I cosiddetti “batteri buoni” sono raccomandati e anzi possono rivelarsi utili anche in termini preventivi già prima della partenza. Un’ottima scelta è rappresentata dagli integratori alimentari a base di Saccharomyces Boulardii, un probiotico che contribuisce all’equilibrio della flora batterica intestinale e a risolvere casi di disbiosi intestinale legata a un’alterazione del microbiota. Naturalmente in presenza di diarrea del viaggiatore occorre inoltre che venga ristabilita una buona nutrizione, ricca di fibre: i probiotici mostrano peraltro maggiore efficacia quando affiancati da integratori a base di fibre alimentari vegetali come la gomma di Guar e i frutto-oligosaccaridi.
Acqua, sali minerali e vitamine
Ovviamente occorre reidratare l’organismo, quando la diarrea del viaggiatore si presenta: beviamo molto, perché l’emissione di scariche di feci acquose porta a disidratazione, Inoltre l’acqua contiene sali minerali necessari a ristabilire l’equilibrio elettrolitico. Utile è anche integrare le principali vitamine, che vengono perse con la diarrea, come quelle del gruppo B che hanno un ruolo importante nel metabolismo energetico e nel funzionamento del sistema nervoso. D’estate sono ottimi anche le tisane e i decotti da consumare freddi: dissetanti e idratanti, in particolare quelli a base di anice e finocchio contribuiscono a inibire la fermentazione batterica.
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La diarrea del viaggiatore è un fenomeno abbastanza frequente, quando siamo in vacanza: l’alterazione delle abitudini alimentari e dei ritmi di vita può causare disturbi dell’alvo, cioè della motilità intestinale.